martedì 1 febbraio 2011

Pranzo di nozze? Purché sia breve

Ciao, quest'oggi voglio riportarvi per intero un articolo apparso ieri sulla Stampa, che riguarda un argomento che sicuramente può essere utile a tutte le coppie che stanno organizzando il loro banchetto di nozze.

Buona lettura...

"Leggero, salutista, con meno portate: ecco come cambia la tradizione del matrimonio a tavola
PAOLO MASSOBRIO

I conti non tornano alle Fiamme Gialle di Ostuni che hanno fatto recapitare alle neo coppie di sposi un questionario per verificare le spese nuziali. Ma in verità converrebbe documentarsi prima di fare errate comparazioni: il pranzo di matrimonio è cambiato, anche nel Sud dove la tradizione resiste.
Sono molti meno gli invitati, ma questo non è solo per una questione risparmiosa, bensì un segno dell’impoverimento delle relazioni di questo tempo. E anche le portate sono diminuite, bollando come anacronistico quel pranzo lungo un’intera giornata, inchiodati alla tavola per ore, con un surplus di cibo messo lì a ostentare, con la quantità, un raggiunto benessere. È bastato mettere un post su Facebook per chiedere un parere e le giovani generazioni hanno posto l’indice in giù: la cosa peggiore è essere invitati a un pranzo di matrimonio. E via con le strategie (che fanno rima con bugie) per non accettare l’invito oppure gli escamotage degli sposi per depistare da un rito che piace solo ai parenti, ma mette a disagio gli amici.
Come dev’essere allora il pranzo di matrimonio ideale del terzo Millennio? A Riva del Garda, dove è in corso la 35esima edizione di Expo Riva Hotel che segna le principali tendenze in fatto di ospitalità, gira un decalogo che sta facendo discutere e che contiene tante sorprese. Il primo punto pone subito dei paletti: non meno di due ore seduti a tavola (e con chi poi ? Questa è l’amara o dolce sorpresa di ogni invito del genere). C’è poi il numero 5 che spicca in questo decalogo: è quello delle portate consigliate, aperitivo in piedi escluso, che rimane una costante irrinunciabile dove curiosamente fa capolino la birra artigianale. Tra le sorprese c’è poi la vittoria dei piatti della tradizione, a grande richiesta, anche se vince sempre il pesce sulla carne mentre il primo piatto più gettonato rimane il risotto nelle sue infinite varianti. Ma ci sono anche tendenze proprie di questa epoca, come la necessità delle verdure, abbondanti e in tante varianti e il servizio «accompagnato» ovvero la possibilità di servirsi della porzione desiderata dal vassoio che porge il cameriere.
Altre due curiosità che si stanno consolidando è il banco dei formaggi a buffet, e anche quello dei vini e dei superalcolici. E qui l’apprezzamento nasconde un trasgressione: c’è chi si vergogna a farsi portare un superalcolico al tavolo, meglio prenderlo di nascosto (e non sono i giovani a farlo). Sul fronte del vino, hanno poco spazio i cosiddetti «grandi vini» da invecchiamento, mentre non demorde la richiesta di Champagne: per ostentazione più che altro, giacché viene erroneamente ancora servito sul dolce.
Ma non è finita: c’è chi apprezza la possibilità di accedere a una sorta di mini wine bar, non solo per bere magari «bollicine» a tutto pasto, ma anche il vino dolce per accompagnare i vari piatti, con il Brachetto in pole position dei gradimenti. In conclusione il pranzo di matrimonio potrà sopravvivere a patto di rimetterlo in discussione: meno forma e più sostanza, evitando i disagi di un popolo ipernutrito, che cerca in ogni maniera di scacciare la sedentarietà. E' d’uopo allora tornare a ballare, come quella tendenza, che abbiamo registrato tra i ristoranti «coronati» della Guida del Golosario: il matrimonio sull'erba, tutti a piedi nudi (ma non in questa stagione), che un po' riecheggia i convivi del dopoguerra, con la tavolata sull'aia. Lì le portate erano esagerate, ma si smaltivano sia col ballo sia col lavoro manuale del giorno dopo; oggi sono considerate inutili esagerazioni che hanno ricevuto il biasimo: la guardia di finanza ne tenga conto"




Cosa ne pensate?

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